Capita ogni tanto di avere che fare con antenne che non possono essere alimentate direttamente tramite il cavo coassiale, pena un disadattamento più o meno grave che comporterebbe ros elevato, perdita di potenza e scarso rendimento generale.
Al giorno d'oggi il mercato propone misteriosi sistemi di adattamento realizzati con toroidi o bacchette di ferrite e grovigli di fili il cui scopo principale è adattare l'impedenza di molte antenne a diverse frequenze, con risultati però altalenanti per via delle inevitabili approssimazioni che sistemi così articolati devono accettare e in parte stabiliscono di avere.
I calcoli per gli avvolgimenti sono spesso destinati a un'elite di studiosi e ai radioamatori meno tecnici non resta che spendere tra strascichi di teorie incomplete e dimostrazioni pratiche imprecise. Questo a me non piace e lascia molto l'amaro in bocca.
Qualche tempo fa, dopo l'acquisto di una direttiva yagi 2 elementi, ho cominciato a interessarmi della sua parente stretta chiamata "Moxon" dal nome di colui che la progettò. La prima cosa che mi saltava all'occhio erano le dimensioni: rispetto a una yagi 2 elementi classica, la moxon ha un raggio di rotazione minore per via degli elementi ripiegati e non necessita di adattatori di impedenza poiché nel punto di alimentazione presenta 50 ohm. Molti potrebbero osservare che anche una yagi può avere 50 ohm e io stesso non lo nego, ma con la propria conformazione ad elementi ripiegati la moxon ha l'ulteriore pregio di avere un marcato rapporto fronte/retro che la direttiva classica a 50 ohm non ha. Promossa sulla carta, la moxon andava realizzata al meglio.
Il mio percorso parte anche questa volta da Barbagelata alle 9:20, in sella alla mountainbike, e nel tratto finale del percorso, in salita, dove sono costretto a spingere e procedere lentamente faccio il primo incontro: un movimento tra gli alberi mi indica la presenza di un animale, ne scorgo la coda. A circa 25 metri da me, sbuca una volpe che si ferma per almeno 30 secondi a guardarmi. Ho il tempo di prendere la macchina fotografica, scattare, e poi la vedo tuffarsi nel bosco scosceso. Sono così appagato che potrei già tornare a casa così...
Già tempo fa avevo avuto modo di elencare le possibilità di fare interessanti DX in QRP durante l'attività in portatile, dai monti. La posizione strategica della Liguria, soprattutto della riviera di levante, permette di spingere con maggior facilità i segnali verso il continente americano ma non sono mancate, in questi miei due anni di attività, anche le occasioni di arrivare verso oriente. Non è stato banale e ho dovuto affinare molto la strategia più che la strumentazione, poiché quest'ultima è già ridotta all'osso per il minimo peso e la massima resa e va solo fatta fruttare.
Qualche giorno fa Stefano IZ1OQU ha scritto un bell'articolo sui progressi che sta facendo nel mappaggio della rete sentieristica alle spalle di Chiavari. Oltre che essere un hobby divertente, sano e decisamente low cost, quello di "mapper" e' un servizio molto importante che ha come effetto immediato quello di tener traccia di ogni vecchio sentiero, mulattiera, guado presente sul nostro territorio, e, come effetto secondario, attraverso la condivisione del proprio lavoro, quello di portare altre persone su questi sentieri e, in poche parole, conservare un patrimonio che si e' tramandato per generazioni e ora rischia di andar perduto a causa del progressivo abbandono delle nostre belle colline e valli da parte della popolazione.