Ghiotta occasione in questo weekend di metà luglio 2015: contest apuglia e field day watt x miglio vhf cadono lo stesso giorno ed è una joint-venture ideale per portare in aria molti operatori.
Dopo un attento studio, opto per spostarmi su una cima che gode di un minimo di riparo dal sole torrido che in questo periodo sta colpendo tutta la penisola. La mia scelta ricade sul poco blasonato monte Rosa che insieme al monte Manico del Lume disegna il crinale alle spalle di Rapallo (Ge).
Con i suoi circa 700m s.l.m. è una cima di tutto rispetto, ancor più che s'affaccia proprio su uno dei golfi più prestigiosi d'Italia (Golfo del Tigullio anche detto Golfo Marconi) e uno dei porti più prestigiosi d'Italia (Portofino) ma sono proprio le caratteristiche della sommità del monte a levargli prestigio: la cima è un cucuzzolo arido di roccia attorno al quale, a raggiera, cresce la vegetazione che impedisce di vedere il mare e l'appennino circostanti. A levare anche l'ultimo briciolo di valenza è il Santuario di Montallegro, meta turistica fissa tutto l'anno, che 20' sotto alla cima è considerato la tappa ultima del sentiero che da Rapallo porta fino a monte. I pellegrini arrivano al Santuario, si rigenerano e la cima del monte resta nel dimenticatoio.
Eppure per raggiungere la cima non c'è molto, ancor più che ad accompagnare la salita è una gradevole via Crucis le cui immagini votive, colorate, rendono l'ambiente molto "zen" e caratteristico.
Ma torneremo sul monte dopo... Prima vi racconto com'è andata.
Parto da Chiavari alle 7 con la fedele mountain bike e percorro l'aurelia fino a Rapallo dove, alle 7:45, comincio la risalita verso il Santuario. Opto per la strada carrabile e non per il sentiero perché è più ombreggiata e meno pendente. Alle 9:15 sono al Santuario e alle 9:35 in vetta.
Il sole picchia già forte, mi ristoro e monto in pochissimi minuti tutta l'attrezzatura. Ho un'antenna nuova da provare: una quad allungata con un buon guadagno, buon fronte fianco e priva di fronte-retro.
Appena accendo, ancora sudato dalla lunga salita, sento subito uno sblatero e incrocio IK0BDO. Sono salito a fare attività anche per incontrare un po' di amici conosciuti online e lui è uno di questi. I segnali nazionali sono buoni da ogni direzione, ascolto bene e mi faccio ascoltare con 1watt ma non c'è una condizione particolarmente ideale per collegamenti oltre confine.
Per lo svago sono già contento. Entrano a log in poco tempo una decina di persone tra cui anche IW3SOX Elio, un veterano dell'attività portatile che non poteva mancare al mio bottino di contatti.
Verso mezzogiorno la situazione si fa più triste, la banda si desertifica e ascolto un EA5 ma non riesco a collegarlo.
Concludo invece un piacevole qso di 20 minuti con I1WKN Giuseppe che effettua alcune prove con una quad monoelemento e una yagi 5, il quale arriva identico con entrambe le antenne e in un certo senso conferma quanto già più volte sperimentato da me: spesso per fare attività nazionale in VHF dalle cime è sufficiente un'antenna di dimensioni ridotte, per risparmiare sul peso e ingombro nel trasporto. Con lui proviamo anche un salto in UHF dove io mi destreggio con uno stilo autocostruito per VHF, che in U lavora 3/4 onda. E' inclinando lo stilo, tenendo in mano l'FT817, che riesco a trovare la direzione del segnale di Giuseppe, inizialmente a polarizzazione diversa dalla mia, e riusciamo a collegarci senza problemi. Lui si trova sulla cima del m.te Orsiera (ref. WxM I-PM044 e SOTA I-PM344) e la nostra distanza è pari a circa 185 km.
Come anticipato, la vetta del m.te Rosa sarebbe famosa per la sua presenza nella storia della radio: cita infatti una targa appena dietro al santuario: “da questo colle, tra febbraio e settembre 1935, Guglielmo Marconi effettuò gli esperimenti che aprirono nuovi immensi orizzonti per i collegamenti via etere”. Cercando sul web si ha la conferma dei gestori delle strutture collegate al santuario e dall'ARI Locale: Marconi effettuò su questa cima gli esperimenti in onde corte, restando in contatto con la stazione di Livorno sul monte Burrone e il panfilo Elettra ormeggiato nella sottostante S.Margherita Ligure. Insomma operare da questo monte ti fa sentire molto più importante delle apparenze, sebbene di quegli anni non resti più nulla (le fonti dicono che il manufatto eretto per l'uso di Marconi si trovasse appena poco sotto la cima, probabilmente già ai tempi si pativa il caldo e si preferiva l'ombra del bosco). Soddisfatto della giornata, alle 15:00 locali decido di smontare e ripartire. Il percorso del rientro è tra i boschi, mix tra bicicletta e trekking, lungo il crinale roccioso che dal m.te Rosa conduce ai monti Castello e Carmelo, fino appena prima del p.so dell'Anchetta dove grazie un bivio riesco a raggiungere il comodo asfalto e sfruttare le discese per raggiungere Chiavari alle 16:30 circa.
La giornata è andata bene e questo monte si è rivelato in linea con le aspettative. Il percorso trekking dal centro città, famoso e da me più volte percorso in diversi periodi dell'anno, è una valida soluzione anche per gli operatori con famiglia al seguito che si trovassero in vacanza nella città rivierasca. In poco più di 1 ora si raggiunge il Santuario e in altri 20 minuti al massimo la cima del monte.
Se cercate maggiori informazioni, per semplicità, cercate "Santuario di Montallegro a Rapallo" e troverete tutte le indicazioni del caso.