L'escursionista che arriva in cima al Penna può godere di un panorama che spazia a 360° gradi dal Mar Ligure a tutta la corona delle Alpi Occidentali, passando dai dettagli delle valli che lo contornano. Per questo motivo, gli antichi Liguri lo ritenevano sede della divinità celtica Penn, dal quale prende il nome...
Secondo plenilunio d’estate: altra ottima occasione per un’attivazione notturna Watt per Miglio e SOTA in HF. La cima è stata scelta con cura: il monte Penna, che con le 2 ore di viaggio in auto è una delle vette più noiose da raggiungere, che non visito da almeno 5 anni (e forse l'ultima volta è stata proprio con Gabriele IZ1KWS tra neve e ciaspole) e coi suoi oltre 1700m domina il fronte sud della Val d’Aveto riuscendo a vedere persino la costa tigullina. Sfruttando il “clima africano” di questi giorni, tento di passare la notte senza portare sacchi a pelo e tende. Si convince a seguirmi l’amico Jacopo alla sua prima esperienza su questo monte, ma non mi faccio illusioni radiantistiche: le previsioni marcano male e temo che non ci sarà buona propagazione per DX e sarà soprattutto una piacevole nottata alternativa, se il dio della montagna ce la concede!
Partenza dunque alle 16 da Chiavari, con sosta merenda yogurt-gelato a Rezzoaglio e sprint finale fino alla località casermette del Penna, dove parcheggiamo. C'è molta gente che sta abbandonando la zona per rientrare a casa. In un’altra ora circa siamo in vetta - sono le 19. Nello sfasciare lo zaino, noto di aver dimenticato i tiranti per l’antenna ma trovo una soluzione: conficco il puntale reggi-canna tra i blocchi di pietra che compongono il basamento della statua sommitale, faccio passare il palo nel ferro portabandiera e lo fisso con qualche giro di nastro; l’antenna verticale per 20 e 10 metri è issata e non sente nemmeno la leggera brezza che spira in vetta. Mentre ceniamo, un ragazzo arriva per ammirare il tramonto ma riparte prima del buio totale. La cima è nostra: Jacopo piazza subito stuoino e sacco nel tentativo di vedere stelle cadenti, io spazzolo le frequenze in cerca di attività. C’è un po’ di fermento europeo, “la solita roba”. Non mi dedico totalmente ai qso: faccio un po’ di ascolto misto a osservazione del cielo, due chiacchiere, e attendo un’apertura verso l’America. Alla fine non vedrò nemmeno una stella cadente, a fronte di decine di aerei...
Alla fine il mio desiderio è soddisfatto, anche se ben più tardi delle aspettative: brasiliani, puertoricani e east coast statunitense vanno per la maggiore.
Non passa molto tempo per svelare il retroscena della situazione: ci sono megastazioni che giungono con centinaia di watt (500-700-1000!) e “fanno la propagazione” oltre che dedicarsi a lunghi qso senza spazio per intervenire.
Nonostante questo, prima di mezzanotte riesco a collegare (non senza fatica) due big-gun (da Connecticut e Pennsylvania), uno dei quali esplode nei complimenti di rito paragonando i suoi 500w ai miei 5w.
Decido di spegnere verso mezzanotte per riposare, facendo tesoro dei 14.000 km di QRB dei due DX oltre Atlantico, immaginando che da lì in poi sarebbe solo una lunga attesa piena di chiamate a vuoto e poco, anche se ghiotto, riscontro.
Alle 3:30 circa una brezza fresca mi sveglia e mi sposto al riparo della cappelletta, agghindata di lumini e profumosa di fiori, che il sole ha scaldato fino a rendere una mini-serra.
Alle 5:30 circa mi risveglio e mi alzo, quasi contemporaneamente con Jacopo, alle prime luci. Un altro ragazzo appena giunto ci fa compagnia e attende l’alba al fresco (ci rivela di esser fuggito dal forno del fondovalle ma non si aspettava di trovare un clima così mite in vetta).
Accendo la radio per controllare la situazione: in 20m solo fruscio e un paio di voci lontane, della serie “mortorio totale”. Le mie poche speranze per un long-path sul Pacifico si spengono col salire del sole e smonto tutto prima dell’arrivo di altri visitatori.
Scendiamo a valle verso le 7, in un bosco silente e maestoso e, a metà viaggio in auto, ci ritroviamo persino nel mezzo di un temporale con tuoni e fulmini che fino a due ore prima non avremmo mai scommesso che sarebbe giunto… Dovremmo forse ringraziare la protezione del dio della montagna?
Con gli occhi della mente corro ancora tra gli alberi alti, nella penombra del mattino giovane, e volo tra le rocce a strapiombo... Chissà quando ci rivedremo dinuovo, monte Penna!