I temerari che hanno affrontato almeno una volta un'attivazione SOTA in pieno inverno avranno certamente dovuto confrontarsi con l'aspetto più evidente della stagione: il freddo. Come segnalato tempo fa nell'articolo di Stefano IZ1OQU, il freddo è fra le principali cause di disagio e pericolo durante le attivazioni, questo vale non solo per la stagione fredda ma spesso capita di risentirne anche in primavera o addirittura in estate in caso di repentini cambi meteorologici. Come se non bastasse l'attività radio costrige a stare fermi e seduti per un tempo potenzialmente lungo: questo diminuisce la capacità del nostro corpo di produrre calore e si finisce spesso con il battere i denti anche se poco prima, durante la salita verso la cima, la percezione della temperatura era ben diversa. Perchè si prova freddo alle mani e ai piedi? Per rispondere è bene tener presente che il nostro corpo, come meccanismo di sopravvivenza tende a concentrare il flusso sangineo (e di conseguenza calore) nelle zone dove si trovano gli organi vitali (cuore, cervello, polmoni), in questo modo ci permette di sopravvivere per qualche tempo a condizioni estreme senza morire. Questo meccanismo sacrifica gli organi periferici come mani e piedi che tendono a ricevere un apporto di sangue minore rispetto al resto del corpo. Prima di indossare guanti o infilare le mani nel fuoco quindi occore sempre chiedersi se il resto del corpo sia sufficientemente coperto: finchè avremo freddo al busto o alla testa i nostri arti estremi saranno necessariamente freddi a prescindere dalle imbottiture o coperture varie.

Escursione al monte di Portofino

Le temperature di quest'inverno sono davvero imprevedibili! Due settimane fa ero con un pile leggero sulla cima del Montarlone con temperature del tutto primaverili, Domenica scorsa, complice la fortissima Bora che ha imperversato fino a Sabato notte, la colonnina di mercurio è crollata ai livelli stagionali... e forse qualcosa in meno. Visto che salire oltre i 1000 metri implicava prendere tanto freddo, ho optato per un escursione rimandata da tempo e che mi ha soddisfatto: la vetta del monte di Portofino. Per coloro che non conoscono la zona il monte di Portofino è il punto più alto del promontorio che divide il golfo del Tigullio (verso La Spezia) dal golfo Paradio (verso Genova), sul versante a Levante troviamo l'abitato di S.Margherita Ligure mentre su quello a pontente la caratteristica Camogli; l'estrema punta a levante, che da il nome a tutto il promontorio, ospita Portofino, località conosciuta in tutto il mondo per il turismo d'elite che in passato (e forse ancora oggi) la vedeva protagonista. Da segnalare ancora, sul versante rivolto verso il mare, proprio a metà strada tra Portofino e Punta Chiappa, il borgo di S.Fruttuoso, scollegato da qualsiasi arteria stradale prevede solo l'accesso via mare o tramite un sentiero scosceso che scende dal monte alle sue spalle.

Domenica 16 ho pensato che sarebbe stato un vero peccato sprecare l'insolita anomalia termica che ha portato temperature decisamente primaverili in pieno inverno. Così, approfittando dell'invito di alcuni amici per un'escursione, ho deciso di infilare radio e antenna nello zaino con l'intento di attivare la vetta del monte Montarlone LG-025 (1500m). Il sentiero, percorso la scorsa estate, non è stato migliorato nè i segnavia ripassati tanto che sono riuscito a smarrire nuovamente il percorso, per fortuna l'ho ritrovato poco più a monte; il consiglio per chi vuole accedere al monte dall'abitato di Lovari è quello di prestare estrema attenzione ai segnavia in particolare poco dopo l'attacco del sentiero, dove il tracciato piega improvvisamente a destra in mezzo alla vegetazione bassa (felci) senza adeguate segnalazioni.

La prima attivazione: cosa mettere nello zaino?

Dove ho messo il microfono? Avrei dovuto portare più tiranti. Che freddo, un pile in più non sarebbe stato una brutta idea. Piove, il k-way è rimasto nell'armadio di casa. Chiunque abbia attivato almeno una volta una cima sa benissimo quanto sia importante una buona pianificazione del contenuto dello zaino. Quando si è in portatile, lontani da casa e dall'auto ogni leggerezza o dimenticanza può compromettere sia l'attivazione (e questo è il meno) sia la sicurezza personale. In questo articolo, dedicato a chi per la prima volta vuole prendere parte al divertimento dell'attività SOTA, proverò a dare alcune linee guida su cosa mettere nello zaino per un uscita SOTA di un giorno.

Antenna Dipolo

Antenna Dipolo

Il dipolo 1/2 onda, costituito da due bracci simmetrici lunghi entrambi 1/4 onda, è la più semplice antenna che potremmo costruire. Realizzata con i dovuti accorgimenti, può essere alimentata direttamente con il cavo coassiale: l'impedenza di un dipolo orizzontale è pari a circa 75 ohm, ma inclinando leggermente i bracci si può avvicinare ai canonici 50 ohm delle nostre radio e dei cavi coassiali.

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