Quando si decide di fare piu' attivazioni nello stesso giorno, o come nel mio caso, 3 attivazioni in 2 giorni, e' purtroppo necessario fare delle scelte che inevitabilmente incidono sulla qualita' dell'attivazione. Un'attivazione di qualita', dal mio punto di vista, prevede tempo da dedicare al montaggio di antenne adeguate, alla ricerca di corrispondenti su tutta la banda (o su piu' bande), magari alla ricerca del dx che richiede una certa pazienza e "calma" per essere lavorato. Niente di tutto questo nelle 3 attivazioni dei giorni scorsi ma non me ne pento, anzi, ritengo che sia stata un'esperienza molto positiva che mi ha permesso di visitare luoghi e montagne incantevoli e, allo stesso tempo, riportare agli onori del SOTA, cime che da troppo tempo non vengono attivate. Si inizia martedi' 16, la sveglia suona alle 4.30, il tempo di chiudere lo zaino, caricare tutto in auto e raggiungere gli altri amici che partono da Lavagna. Alle 6 in punto siamo in autostrada destinazione Arma di Taggia nell'estremo ponente ligure. Si esce ad Arma e si segue una strada che in circa un'ora (ed innumerevoli curve) ci porta al Colle della Melosa, provincia di Imperia. Giusto il tempo di avvisare il rifugio Allevana della nostra partenza e siamo gia' in cammino.
Lasciamo la strada sterrata che ci ha accompagnato dal rifugio e imbocchiamo il famoso Sentiero degli Alpini che aggira sul versante italiano i monti Pietravecchia e Toraggio. Il sentiero, che fu realizzato a cavallo tra le due guerre dagli alpini, appare subito spettacolare: molte sue parti sono direttamente scavate nella roccia e spesso si cammina fiancheggiando impressionanti strapiombi. Siamo sul versante sud-est dei monti e il caldo inizia a farsi sentire nonostante il sentiero si sviluppi costantemente sopra il 1700 metri. Dopo circa 2 ore e mezza raggiungiamo il passo di Fonte Dragurina che idealmente segna il punto da cui inizia il ritorno dell'anello. Da qui, lasciamo il sentiero degli alpini per raggiungere la cima del Toraggio che presenta brevi passaggi di arrampicata di II grado su roccia, niente di difficile, ma da tener presente nel caso si soffra di vertigini o non si sia attrezzati adeguatamente. Finalmente in cima, avvolto da una fitta nebbia che preclude la vista del panorama, accendo l'FT-817 con l'antenna in dotazione e inizio a far chiamata a 144.300; le prime risposte arrivano da Lucio I1NOL e Carlo IW1RIM che mi confermano la bonta' del mio segnale dall'altra parte della riviera; ho poco tempo e due collegamenti con stazioni francesi completano l'attivazione lampo del monte Toraggio.
Riscesi alla Dragurina, percorriamo ora il versante francese dei due monti, decisamente meno scosceso e piu' ricco di vegetazione anche di alto fusto (prevalentemente conifere), siamo sul tracciato dell'alta via dei monti liguri che in due ore scarse ci conduce al passo della Vallette. Da qui una carrereccia ormai in disuso, attraversando un fresco bosco di conifere, conduce in 20 minuti circa sulla cima del Pietravecchia che con i suoi 2040 metri rappresenta la cima piu' elevata della zona. Questa volta ho piu' tempo e l'orario e' piu' favorevole, subito arrivano i QSO con gli amici OM del levante: Giorgio IK1YPD, Lucio I1NOL nuovamente, Stefano IZ1OQU anche lui in portatile, altre stazioni sempre dalla Liguria e, inaspettato, un ottimo collegamento con IW8PQU Franco da Vibo Valentia, incredibile QRB considerando l'antenna da me in uso! Chiudo con 7 collegamenti e un discreto appetito che, a giudicare dalle faccie, condivido con i miei compagni di escursione. In un ora di veloce discesa siamo al rifugio Allavena dove ci facciamo una doccia, ceniamo e andiamo a letto su straordinari letti a castello chiudendo cosi' una "giornatina" da 20km di cammino e quasi 1500 metri di dislivello.
Gia' mattina! Una colazione piuttosto frugale (cosi' si usa nei rifugi CAI) e di nuovo in marcia, l'obiettivo della doppia attivazione e' gia' stato accantonato visto che il monte Saccarello e' troppo lontano per permetterci di essere di ritorno ad un'ora decente. Saliamo abbastanza velocemente al Rifugio (non gestito) Grai, la struttura e' ben visibile dall'Allavena e il sentiero permette di raggiungerlo in circa 40 minuti evitando la lunghissima (oltre 6km) strada sterrata. E' ancora presto cosi' decido di lasciare l'attivazione per il pomeriggio e, assieme ai miei compagni decidiamo di raggiungere prima la Cima di Marta e poi il balcone di Marta, due cime in territorio francese che furono teatro di attivita' militari negli anni passati. In particolare il balcone di Marta nasconde i resti del piu' grande complesso militare sotterraneo delle alpi occidentali… lo nasconde veramente bene visto che non siamo riusciti a trovare l'ingresso alle gallerie! Intorno alle 15 siamo nuovamente al rifugio Grai, seguendo traccie poco visibili di sentiero salgo alla soprastante cima Grai e inizio l'ultima attivazione, stesso setup di ieri. L'immancabile I1NOL inaugura il log e gentilmente si offre di avvisare altri corrispondenti della zona impegnati in qso su un ponte locale. Arrivano cosi' IW1RIO Sergio (altro qrppista DOC), IK1YKT Gianfranco e IK1RAN Marco. Chiudo l'attivazione con un'altro bel collegamento con Franco IW8PQU e la svizzera di Nicola HB9EFK. La discesa all'auto e' rapida, ci aspettano ancora 3 ore di guida prima di essere a casa.
E' stato bello portare la radio su tre splendide vette del ponente, sono contento di aver visitato queste montagne, sembra strano trovare un ambiente cosi' tipicamente alpino a 30km dal mare; percorrere sentieri cosi' ricchi di storia e strappati letteralmente alla roccia provoca forti emozioni. Fanno sorridere quei cippi che talvolta si incontrano a ricordarci del confine di stato: qui in montagna tutto si unisce e i sentieri, proprio come le onde radio, rispettano logiche ben diverse dalle linee di confine indicate sulle carte.
Altre foto, disponibili qui