Che succede? Si apre così la giornata, all'accensione delle radio. Dopo una salita aspra ma placata dall'imminente fresco del clima autunnale e montato il campo base sulla cima del Ramaceto, sia io sia Gabriele abbiamo la strana sensazione che qualcosa non vada come dovrebbe: le antenne son in piedi, i connettori collegati ma sembra che ci sia silenzio ovunque. Ci guardiamo in viso e ci chiediamo il motivo di questo silenzio a tarda mattinata. Così per alcuni istanti la ormai dolce salita alle nostre spalle ritorna pesante, pesante del rischio cappotto. Sono le 12:00 circa, ora locale.
La pecora nera. Il Ramaceto è una cima che statisticamente non è mai stata davvero favorevole e infatti l'ho scelta nella speranza di spezzare questa sua tendenza negativa: non posso credere che uno dei monti più vicini al mare e più panoramici rispetto ad esso sia sempre così scalognato e non credo abbia nulla da invidiare alle altre cime, "maggiori". L'accensione degli RTX e la reciproca sensazione di bande chiuse fa temporaneamente rotolare a valle molta speranza insieme a speroni di roccia del monte scossi dalle mie silenti imprecazioni. Passano alcune decine di minuti e qualcosa si comincia a muovere, meno male! Sono sotto controllo 10, 20 e 30 metri. Arrivano i primi DX europei su tutte e tre le bande, poi alle 13:00 comincio a osservare il fenomeno in cui speravo: i 10 metri cominciano a friggere e ricevo le prime stazioni dal nord africa e medio oriente seguite a ruota da qualche sud americano.
Ondata Americana. Allo scoccare delle 14:00 locali, minuto più o minuto meno, un'ondata di nord americani, in particolare statunitensi, si riversa in 10 metri con segnali tra il 4 e il 9. Il pileup è improvvisamente feroce e riesco a contattarne solo uno che, tra uno sbadiglio e l'altro, mi conferma che da loro la propagazione si è aperta prima di avere il tempo di aprire la finestra e capire come fosse il meteo. 1 ora e stop, forse meno: questa è la finestra di tempo che l'ondata di americani ci concede e poi si chiude tutto, lasciando spazio a qualche sporadico operatore dal nord africa che arrivava già prima e continuerà ad arrivare fino all'ora del rientro. Come da registro.
Alle 17:00 circa smontiamo il campo per rientrare con discesa ripida verso Croce di Orero, dove la macchina attende tra gli ultimi castagni.
La giornata è stata caratterizzata da un sole fiacco, quasi inesistente perché spesso coperto da nuvole condotte da aria fresca, piuttosto fastidiosa, contro ogni previsione del giorno precedente. Gli sbalzi di umore della propagazione lasciano un certo amaro in bocca: senza la giusta combinazione di antenne+bande, oggi sarebbe stata una giornata abbastanza nera, quantomeno nell'arco di tempo tra le 10:00 e le 18:00.
Questo conferma quanto sia importante valutare la scelta dell'equipaggiamento in base alla tendenza del periodo dell'anno e all'orario in cui si decide di operare.