L'anno 2011, in termini di radio in montagna, per me si è chiuso bene con una bella attivazione dal m.te Caucaso LG037 combinata con un'altrettanto bella pedalata, faticosa ma appagante. [a questo indirizzo trovate l'articolo completo dell'attivazione] Sulla scia di questa esperienza, sto programmando ulteriori uscite che forse non riusciranno a essere propriamente di bicycle mobile, ma sicuramente avverranno dalla cima dei monti e si chiuderanno con un lungo rientro a casa passando tra sentieri e sterrate, con la mountabike. Vi illustro i percorsi che ho studiato finora e che potete vedere nella piccola cartina a lato.
Devo dare per scontato che la tratta in rosso o rosso+viola all'andata venga coperta con il supporto di un'automobile o di un autobus perché i dislivelli e le distanze in alcuni casi richiederebbero davvero una grande preparazione atletica. L'obiettivo mio è attivare alcune di queste cime: Ramaceto, Zatta, Groppo Rosso, Maggiorasca, Penna e Aiona. I percorsi sono stati studiati per essere i più brevi o i meno faticosi, nel senso che abbiano i minori dislivelli possibili o sfruttino a pieno i tratti di discesa, perché in queste zone le salite sono difficilmente percorribili in bicicletta a causa del fondo sdrucciolevole o a gradoni. Il percorso più breve è quello del Ramaceto: da Croce di Orero (sentiero colorato in verde) si sale quasi esclusivamente spingendo perché il fondo è ciotoloso per almeno metà salita. Al rientro è possibile scegliere due percorsi: quello indicato nella cartina è lo stesso della salita, che a scendere è meno proibitivo. L'altro è lungo il crinale che conduce al passo del Lupo, sopra a Romaggi. In questo caso la prima parte sotto la cima non è ciclabile per via dei roccioni e può essere scomoda da spingere la bici, ma poi diventa ciclabile. Da entrambi i sentieri si arriva poi all'asfalto, con lunghe discese fino alla strada provinciale che riporta verso Carasco. Il secondo percorso è quello del monte Zatta: dal Bocco si procede bene pedalando (sentiero verde) fino al Poggio Buenos Aires, su fondo ghiaioso e un misto di sali e scendi. Poi comincia una parte in salita dove è inevitabile spingere. Stessa situazione per il rientro. Ci sarebbe la possibilità di scendere anche verso l'abitato di Né in val Graveglia ma non conosco il sentiero anche se so che parte di esso è sterrato e non dovrebbe avere problemi di ciclabilità. La tratta viola marcata attualmente in mappa è una discesa mista a brevi tratti in piano, su asfalto.
Terzo percorso: Aiona + Penna. Questo percorso è quasi identico per entrambi i monti e solo un po' più lungo per raggiungere il Penna. Si tratta di raggiungere il rifugio del monte Aiona (chiamato anche rifugio di Pratomollo) in auto. Il percorso viola è per 4/5 una sterrata in salita. Dal rifugio si pedala fino al p.so della Spingarda. Da qui si può salire all'Aiona, ma dimenticatevi pure la bicicletta a meno che non vogliate caricarla in spalla. Per raggiungere il Penna, dalla Spingarda si procede verso nord imboccando una discesa che porta fino alla "strada delle guardie del parco" in prossimità del Rio Dragonale: è una strada utilizzata dalla forestale, ciclabile ma non raggiungibile coi veicoli (vi arrestano!). Il panorama e l'ambiente in questa area sono tra i più pregiati della Liguria. Svoltando a destra lungo questa stradina, si raggiunge il passo dell'Incisa sotto al m.te Penna. Qui si lega la bici a un albero e la salita al monte comincia. Il rientro è sullo stesso percorso e salire dal Rio Dragonale alla Spingarda comporta 200 metri di dislivello. Non penso siano ciclabili a salire, per via del fondo: meglio spingere. Per chi non avesse la possibilità di percorrere la sterrata fino a Pratomollo, si può ripiegare con la strada asfaltata che da Rezzoaglio porta fino alle Casermette del Penna, circa un chilometro prima dell'Incisa.
Il quarto e ultimo percorso è quello dei monti Groppo Rosso e Maggiorasca. Si parte dalla frazione Rocca d'Aveto (sopra a S.Stefano d'Aveto) e si mischiano tratti a spingere e tratti in sella fino a una delle due cime. I percorsi sono molteplici e in alcuni casi più o meno ciclabili. A scendere la ciclabilità è maggiore, prestando anche maggior attenzione. In questo caso non è conveniente percorrere in bicicletta la stessa strada dell'andata perché è ricca di dislivelli faticosi. Nel mio progetto c'è l'opzione di combinare questo percorso con il precedente: scesi dai monti, si percorrono in bici i sentieri che da Rocca d'Aveto portano al p.so della Lepre e quindi verso il m.te Chiodo: in mappa è il tratto azzurro che poi diventa viola ossia da sentiero diventa un'asfaltata che corre in buona parte in piano accanto al crinale del m.te Chiodo, fino alle casermette del m.te Penna. Da lì si risale alla Spingarda per poi lanciarsi nella sterrata che da Pratomollo porta a Prato Sopralacroce e poi Borzonasca.
Diciamo che è un grande progetto ricco di obiettivi da provare uno alla volta, per affinare l'esperienza e la tecnica di approccio.
Le distanze da percorrere oscillano tra i 40 e i 60 km, meno di quelli che si percorrerebbero in auto in alcuni casi.
L'equipaggiamento dovrà essere minimo indispensabile e anche la bicicletta andrà perfezionata.
Ecco quali sono le mie previsioni: utilizzo di una canna da pesca ultracompatta per sorreggere i fili dell'antenna (versione tipo DX-Wire 60 cm chiusa, 10 metri aperta e 1,3 kg di peso) da fissare al tubo della bici di modo da non averla in spalla.
Portapacchi posteriore per trasferire buona parte del peso, in particolare i viveri e le bevande. Zainetto compatto in spalla, con peso ridotto al minimo perché lo sforzo sulle spalle e sulle braccia sarà ben maggiore di quello sulle gambe.
Si può fare!