Essere radioamatore, fino a 30-40 anni fa, voleva dire quasi necessariamente essere anche autocostruttore. Le radio erano costose e di difficile reperibilita' almeno di non vivere in una grande citta. Internet non esisteva e, anche i fortunati possessori di radio commerciali, dovevano essere in grado di mettere le mani tra i circuiti della radio per far fronte ai problemi piu' comuni che potevano verificarsi con radio il piu' delle volte piuttosto datate.
Questa necessita', unita ad un background tecnologico certamente piu' solido, faceva si' che i radioamatori "di una volta" fossero naturalmente piu' portati alla sperimentazione e all'autocostruzione di quanto non lo siamo noi radioamatori piu' "giovani". Alcuni obiettano che l'esame per radioamatori recentemente e' divenuto troppo semplice il che probabilmente e' vero ma ritengo che il vero problema di fondo sia che l'evoluzione tecnologica degli ultimi 40 anni ha di fatto reso troppo difficile per le persone comuni avventurarsi a riparare (o solo a capire) radio commerciali dove l'elettronica digitale e super miniaturizzata ha totalmente rimpiazzato di vecchi e cari componenti discreti. Anche l'evoluzione (o involuzione) della cultura moderna ha fatto la sua parte e seguendo l'onda del "tutto e subito", spendendo qualche centinaia o migliaia di euro uno puo' sentirsi radioamatore anche senza avere la minima idea di quello che sta succedendo dietro le quinte e che permette alla sua voce di viaggiare nell'etere per migliaia di kilometri. Ascoltando il famoso podcast Solder Smoke ho avuto la possibilita' di conoscere due signori autocostruttori: Bill Meara N2CQR e Pete Juliano N6QW. Durante gli ultimi episodi del podcast (a partire dall episodio 167) hanno iniziato un'interessante rubrica chiamata "Let's build something" (costruiamo qualcosa) dedicata proprio a chi come me partendo da 0 o da quasi 0 si vuole cimentare nella auto-costruzione di qualche dispositivo radio-elettrico. Il primo progetto proposto e' un semplice trasmettitore a frequenza fissa, un circuito con solo 7 componenti chiamato Michigan Mighty Mite. In rete e' possibile trovare diverse versioni e rivisitazioni di questo semplice circuito, per semplicita' metto qui il link alla pagina che ho usato per la mia realizzazione sperando che possa essere utile a chi vorra' cimentarsi con il MMM (abbreviazione per Michigan Mighty Mite).
Quello che mi preme sottolineare e' che questo circuito nella sua semplicita' e con tutti i suoi limiti rappresenta l'essenza di quello che ci permette di andare "in aria" ogni giorno quando accendiamo la radio. Non si tratta di un kit da mettere assieme seguendo le istruzioni, qui si tratta di capire realmente quello che accade nel circuito, questa e' la parte affascinante e anche la parte interessante di questo semplice progetto. L'obiettivo quindi non e' quello di saldare rapidamente i componenti e di avere un piccolo trasmettitore funzionante per poi passare al progetto sucessivo, qui si tratta di capire cio' che permette al circuito stesso di funzionare.
Tutto quello che leggerete nei prossimi post a riguardo di questo progetto non e' ovviamente farina del mio sacco, si tratta di elaborazioni di documenti che ho trovato in rete e su libri: dove possibile postero' le referenze di questi ultimi. Aspettatevi errori, dopottutto non sono un esperto ma un amatore (un radio amatore appunto) che sta cercando di chiarire, per primo a se stesso, come funzionano i dispositivi che utilizziamo ogni giorno per trasmettere e ricevere onde radio. Invito chiunque abbia un po' di dimestichezza con la lingua inglese di ascoltare il podcast di Solder Smoke e di dare una letta a SolderSmoke -- Global Adventures in Wireless Electronics, i due stimoli che mi hanno convinto ad intraprendere questo lungo e (spero) utile viaggio nel mondo dell'autocostruzione.