Da qualche tempo meditavo di organizzare un'uscita con la bicicletta ma la mia preparazione atletica è scadente ed effettivamente i percorsi sono molto lunghi o impervi già per un esperto. Approfittando però dell'ottimo clima, praticamente estivo, di questo inizio ottobre, ho deciso di salire al Caucaso organizzandomi in questo modo: non avendo la preparazione per coprire i 1300 ed oltre metri di dislivello in salita, ho caricato la mountain bike sulla macchina e con il supporto di mio padre ho raggiunto la frazione di Barbagelata alle ore 7:40 circa del mattino. Immancabili i suggerimenti di mio padre, agguerrito cicloamatore, su come affrontare il percorso. Immancabile l'equipaggiamento con caschetto e giacca antivento. Parto e lo saluto... ci si vede in serata!
La prima porzione di percorso alterna brevi salitine a discese sdrucciolevoli e devo affrontare quest'ultime in totale sicurezza andando a freni tirati e passo d'uomo onde evitare cadute. Alla lapide prima del bosco il fondo del terreno cambia e dalla ghiaia si passa alla terra battuta e le foglie. Sembra di pedalare sul velluto e la modesta salita si lascia percorrere bene. Sento il vento soffiare forte oltre gli alberi. Agilmente raggiungo i piedi dell'ultima porzione di percorso: la salita è quasi subito impossibile da pedalare per via prima della ghiaia e poi delle radici degli alberi che creano veri e propri gradini di fronte ai quali non so come fare. Scendo e spingo, ecco come faccio. Posso salire in sella alcune centinaia di metri prima dell'ultimo strappo dove il sentiero si fa stretto e uno dei pedali scontrerebbe con la terra e i ciuffi d'erba, percui spingo ancora fino in vetta.
Circa 45' minuti di salita confermati dal GPS, grazie al supporto della bicicletta. Sono circa le 8:30 del mattino e il vento soffia fortissimo, il cielo è terso e il sole è sbucato da poco oltre le cime orientali dell'appennino. Faccio le foto di rito. Poi comincio con il montare la canna da pesca compatta e il dipolo multibanda recentemente costruito ma temo che la canna si spezzi sotto le raffiche del vento. Mi sdraio in terra sotto la cima, tra l'erba, per evitare il vento di tramontana e incrocio le dita. Alle 9:30 locali metto a log la prima stazione: OJ0X, Market Reef. Opera in split e per farlo imposto i vfo dell'ft817 sulle due frequenze e col tasto A frontale le richiamo alternativamente. Passo circa alla terza o quarta chiamata, usando 1 solo watt. Non male, penso. Pochi minuti dopo, mi accordo di un ambiguo pileup nella fetta dx dei 20 metri. Allungo le orecchie e pesco un australiano in qso e resto in ascolto. Appena saluta il suo corrispondente, lo chiamo e mi risponde. La gioia è alle stelle. VK2IZI mi passa 57 e anche io lo ascolto fortissimo. 16.300 e oltre km di distanza. WOW è record personale. Capisco quindi che c'è apertura verso il pacifico e questo è il motivo del pileup esagerato. L'ulteriore conferma c'è quando capisco dell'esistenza di un contest proprio in quella direzione. Entro in fibrillazione perché inseguo australiani tra i 20 e i 15 metri ma metto a log solo qualche europeo. Purtroppo il contest genera pileup e ricevo piano o altalenanti gli australiani mentre sento addirittura stazioni che qui dalla zona 1 arrivano a fondoscala e mi passano sopra. Sarà così fino a circa le 13:00, ora locale. Devo però segnalare una sfortuna nella sfortuna: in 15 m ascolto un giapponese, lo chiamo e mentre mi risponde "IZ1..." mi segnala di avere un problema e sparisce. Soprassiedo, non voglio pensarci. In 10 metri gli australiani arrivano ancora, piano, verso le 14:00. Ascolto anche un operatore della Cina con segnale inesistente nonostante l'audio chiaro e comprensibilissimo e quando sto per rassegnarmi verso il pacifico e l'asia mi ricordo che non devo trascurare l'america latina. Metto a log un brasiliano, in 10 m e dopo le 14:00 ascolto bene anche qualche operatore dal nord America ma c'è sempre troppa calca di operatori e io non ricevo segnali abbastanza forti da pensare di poter ricevere anche risposta. Faccio numerose chiamate, infine ritengo di potermi ritenere soddisfatto e ripiego sugli operatori europei. Pesco alcune attivazioni da isole e parchi e chiudo con Dave G4AKC che è gasato dal mio 1w fonia al punto che quando la moglie lo chiama sul cellulare (mi fa sentire la suoneria) mi chiede di attenderlo alcuni istanti per poi salutarmi con tutte le cordialità e i complimenti del caso e facendo un po' di pubblicità alla sua ottima attività /P, una vera scelta di vita.
Alle 16:00 devo prendere l'amara decisione: non sapendo quanto tempo mi occorrerà per tornare a casa, smonto il campo e parto alle 16:15 circa.
La discesa sul sentiero è più facile: il tratto con radici dove fui obbligato a spingere in salita è percorribile in sella, a freno tirato. La parte nel bosco in falsopiano è ciclabile senza problemi e si procede rapidi. L'ultimo tratto, dove il percorso risale nel fondo sdrucciolevole, è ciclabile senza problemi con rapporto leggero, un'altra vita rispetto al farlo in discesa. Diciamo che si ribaltano totalmente le tecniche di percorrenza e infatti arrivo a Barbagelata dopo circa 20 minuti.
Da qui comincia la mia traversata. Devo raggiungere prima il passo della Scoglina, e lo faccio in circa 10 minuti a freni tirati per via della strada stretta e molto pendente. Poi dal passo devo arrivare fino infondo alla valle. Sono circa 10 km di discesa ripida tra i tornanti, da fare con cautela per non andare dritti. Finita la discesa ripida ci sono circa 5 km di falsopiano misto a discesa dove il traffico, per via dei paesini, aumenta leggermente. Arrivo al bivio con la strada provinciale della Val Fontanabuona dopo 50 minuti (sono in sella già da oltre 70').
Il "divertimento" è finito già negli ultimi tornanti della discesa e ora è fatica allo stato puro: la strada è molto trafficata, sono stanco dalla giornata di vento e sole e lo zaino, per quanto alleggerito al massimo, mi pesa sulle spalle. Questi ultimi 25 km circa sono un crescendo di sofferenza ma vedrò pizza e cioccolato bianco solo a pochi km da casa, quindi posso dire di aver tenuto botta bene.
I dati del percorso presi col GPS, sono approssimativamente:
andata: 45' e 250 m dislivello circa, 4 km circa
ritorno: 2h 45' e 1650 m dislivello circa, 42 km circa
La giornata è stata fantastica, l'attività radio era emozionante e l'esperienza ciclistica davvero appagante nonostante la fatica finale.
Sicuramente non ripeterò imprese simili in un futuro recente perché poche cime si prestano per farlo, ma spero che questo possa servire ad altri per organizzarsi similmente e passare una bella giornata da raccontare agli amici e da ricordare per molto tempo.